La Dieta Chetogenica
Diversi sono gli stili alimentari che possiamo praticare per star meglio o per perdere semplicemente del peso. Il regime mediterraneo è sicuramente quello più vicino e da preferire in stati fisiologici buoni od ottimali.
Oggi, visto il grande interesse degli ultimi periodi, parleremo di dieta chetogenica.
La dieta chetogenica è un trattamento utilizzato per una rapida perdita di peso oppure come sostegno al trattamento di alcune situazioni cliniche e quindi sotto stretto controllo medico.
In sintesi, possiamo dire che si basa sulla capacità del nostro organismo di sfruttare con grande efficacia le riserve di grasso, specialmente quando la disponibilità di carboidrati sia notevolmente ridotta. Questa dieta è nata agli inizi del 900 per controllare le crisi epilettiche di pazienti pediatrici affetti da epilessia e che non rispondevano ai farmaci.
La comunità scientifica in questi ultimi anni ha mostrato notevole interesse verso questo stile alimentare oltre per il trattamento dell’obesità ma anche per sostegno a diverse patologie come il diabete mellito di tipo II, la sindrome metabolica, ma anche patologie neurodegenerative come Alzheimer.
Alcuni soggetti non possono effettuare questo regime alimentare, infatti è assolutamente controindicata nelle seguenti situazioni:
- Gravidanza e allattamento
- Diabete di tipo I (insulinodipendente);
- Insufficienza renale;
- Insufficienza epatica;
- Infarto del miocardio, angina, porfiria;
- Disordini e disturbi mentali;
- Alcolismo;
- BMI < 25.
Il nostro organismo dispone di diverse forme di accumulo di riserve, la più abbondante è proprio il tessuto adiposo che assicura una scorta elevatissima di energia. D’altro canto, anche le riserve di zuccheri del nostro organismo possono garantire energia ma per tempi piuttosto limitati.
Quando il glucosio scarseggia la maggior parte degli organi e dei tessuti, il nostro corpo può utilizzare gli acidi grassi come fonte di energia, oppure convertire altre sostanze come amminoacidi e proteine in zuccheri. (gluconeogenesi).
Alcuni tessuti possono utilizzare i corpi chetonici (molecole che derivano dalle riserve di grassi) che generalmente si trovano in misura molto ridotta in condizioni normali. Tuttavia, queste molecole aumentano in situazioni come il digiuno prolungato oppure con una dieta a basso introito di carboidrati. Questo aumento di corpi chetonici prende il nome di “chetosi”. Ecco che una restrizione di carboidrati, grazie all’azione su diversi ormoni come l’insulina e glucagone promuove la mobilitazione dei grassi dai tessuti depositari a scopo energetico.
La chetosi determina modifiche nella concentrazione di diversi ormoni e tra cui la leptina e la grelina oltre ai corpi chetonici stessi. È attraverso queste mutazioni che viene a determinarsi uno degli effetti più rilevanti della dieta chetogenica: la diminuzione o la totale scomparsa della sensazione di fame, tipica della chetosi profonda.
È importante infine sapere che è una dieta a fasi da utilizzare in tempi molto contenuti. Inoltre, è una dieta:
- A ridotto apporto giornaliero di carboidrati (circa 30-40gr ed essi deriveranno dalla verdura)
- L’apporto calorico è ristretto o molto ristretto, si può andare da circa 1200-1400 kcal a circa 800-1000 Kcal al giorno nel caso di una VLCD (Very Low Calories Diet).
- È sconsigliata l’attività fisica nelle prime fasi della dieta (specialmente se è una VLCD)
- Non è assolutamente una dieta Iperproteica (come spesso ed erroneamente considerata) infatti, l’introito proteico permane all’incirca nel range di 1-1,5 gr al massimo per chilo di peso corporeo ideale.
- Ha un consumo moderato di grassi necessari per poter raggiungere l’apporto calorico personalizzato del soggetto, si prediligono i grassi insaturi o monoinsaturi (come l’olio evo,) o ricavati dal pesce e carni magre, destando particolare attenzione ai grassi saturi.
- Essendo una dieta che preclude, almeno in prima fase, l’assunzione di frutta, sarà necessario utilizzare l’integrazione multivitaminica.
- Non è un piano dietetico che può permanere a lungo nel tempo.
Terminata la prima fase il paziente sarà indirizzato e guidato al reinserimento di tutti gli alimenti contenenti glucidi sino al termine del percorso definendo una nuova educazione alimentare basata su quanto previsto dal nostro stile per eccellenza “la dieta mediterranea”.
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